Karité: L’Albero del Burro Sacro agli Dei

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Karité: l'Albero Sacro agli Dei!

Tra le basi maggiormente utilizzate in aromaterapia, con il burro di Karitè ci si preparano facilmente profumini solidi a base di oli essenziali e unguenti aromaterapici. Ma cos’è il burro di Karitè e quale la sua storia e le sue proprietà che lo hanno reso così celebre nell’ambito della cosmesi naturale e dell’aromaterapia?

Natio dell’Africa occidentale, l’albero del karité è la Vitellaria paradoxa. Un sinonimo ben più noto del nome botanico è quello di Butyrospermum parkii con il quale si è soliti riferirci al Karitè. Per le tribù africane l’albero del Karité è Shea! Shea è considerato un albero sacro per le tribù locali, vietato abbatterne un albero o scalfirne la corteccia.

Scriveva Mungo Park, esploratore scozzese: “Quando le tribù africane abbattono le foreste per far spazio alle abitazioni lasciano intatti solo gli alberi di Karitè”. Fu proprio tra l’altro Park a far conoscere per la prima volta il Karitè in Europa, siamo intorno al 1780.

Custodi dell’Albero del Karité le Donne Africane

Per le tribù locali l’albero del Karité rappresenta una importante fonte di sostentamento economico. Custodi di Shea sono le donne africane, che un po’ come capita con l’argania spinosa, sono le uniche a lavorarne i semi per estrarne il burro. Custodi dell’albero sacro, antiche leggende del luogo narrano che uno spirito alberghi dento Shea e che solo il canto o il ballo di una donna siano in grado di saziarne la fame.

Sono proprio le donne africane che ancor oggi manualmente si occupano della lavorazione della noce di Karitè. La raccolta avviene secondo tradizione tra metà giugno e metà settembre. L’albero inizia a produrre frutti solo a partire dal quindicesimo anno di vita. La produzione media per una singola pianta varia tra i 10 e i 20 kg. Va considerato però che una pianta matura riesce a produrre anche fino a 50 chilogrammi di noci fresche!

Ciò che erroneamente definiamo noce (o mandorla) del Karitè sono in realtà i suoi semi i quali contengono questo grasso vegetale che fresco ci appare come bianco e praticamente inodore. Nelle terre natie questo prodotto così com’è viene utilizzato per cucinare al pari di altri grassi vegetali. È considerato tra l’altro un eccellente sostituto del burro di cacao.  

La mandorla viene in seguito essiccata, frammentata, tostata, pestata e macinata manualmente fino a essere ridotta a pasta. A questa pasta viene aggiunta dell’acqua e il tutto viene portato ad ebollizione, infine successivamente filtrato per eliminare le varie impurità. Il burro che si ottiene in questo modo è di colore bianco-avorio e ha un odore gradevole e leggermente dolce.

Oggigiorno per la produzione estera i metodi moderni di produzione del Karité non si avvalgono più alla manualità delle donne africane e i processi di estrazione avvengono per lo più tramite pressione a freddo del frutto.

Le Innumerevoli Virtù attribuite al Burro di Karité

È senza dubbio anche grazie all’impiego del burro di karitè che le donne africane proteggono la loro pelle dall’azione dei radicali liberi e dagli agenti atmosferici esterni. Al burro di Karitè attribuiamo infatti notevoli proprietà antiossidanti, protettive e nutrienti della pelle. L’impiego del burro di karitè nella propria routine di cosmesi naturale e skincare contribuisce ad una pelle naturalmente bella, morbida e giovane anche in età avanzata. L’albero della salute e della giovinezza viene non a caso altresì definito lo Shea.

L’azione antiossidante è sostenuta dalla naturale ricchezza in vitamina A, D, E. L’applicazione del burro di karitè sulla pelle consente in un solo gesto di:

  • idratarla correttamente,
  • conservarne colorito e aspetto sano,
  • proteggerla dagli agenti atmosferici esterni, quali vento, freddo, esposizione al sole, inquinamento, grazie a quelle che sono le sue naturali proprietà filmanti e filtranti.  

Il Burro di Karité in Aromaterapia come Base per Unguenti e Profumi Solidi

Con il burro di Karité in aromaterapia prepariamo facilmente unguenti, impacchi e profumini solidi. Basterà infatti scioglierne una piccola quantità a bagnomaria, quindi allontanarla dal fuoco, incorporare al Karité gli oli essenziali, mescolare con cura, travasare in appositi contenitori, attendendo che il preparato solidifichi nuovamente. Et voilà l’unguento è fatto!

Ricorda. Quando desideri che i tuoi oli essenziali permangono maggiore tempo a contatto con la cute, il burro di Karitè sarà il tuo vettore ideale! Esso infatti ne rallenta l’assorbimento permettendo agli oli essenziali un maggiore contatto con la cute.

Biografia di Alessandra Pagnoni

Mamma di Federico e Sofia, Biotecnologo di formazione, divulgatore scientifico, insegno e racconto di Aromaterapia e oli essenziali. Impegnata da anni nella formazione presso enti privati, Science CopyWriter e Web Content per la GN Web Design. Founder of AromaScience.

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